Centro di documentazione

Recensioni

Titolo: Che cosa c’è sotto. Il suolo, i suoi segreti, le ragioni per difenderlo

Autore: Paolo Pileri

Anno di pubblicazione: 2016

Editore: Altreconomia

Che cosa c’è sotto i nostri piedi? Questo libro spiega che cos’è il suolo e perché noi – gli “inquilini del piano di sopra”- dobbiamo difenderlo. Perché il suolo è bello. Perché è una risorsa straordinaria e non rinnovabile (per generare 2.5 centimetri di suolo ci vogliono 500 anni). Perché è un bene comune che ci nutre, ci sostiene, ci fa respirare. Perché oggi non viene solo calpestato, ma “consumato” e distrutto per sempre. Paolo Pileri – nella nuova edizione aggiornata e arricchita di nuovi testi tra cui uno di Gianni Biondillo- racconta il suolo da una prospettiva scientifica ma anche economica e politica. Spiega come il consumo del suolo- in Italia si perdono 8 metri quadrati di suolo fertile al secondo- sia provocato da interessi rapaci così come da piani urbanistici dissennati e frammentati. “Che cosa c’è sotto” non è solo un esemplare progetto divulgativo, ma una lucida proposta politica, che immagina un progetto culturale, un’idea di città, di Paese e di cittadinanza del tutto nuovi. Una “pedagogia dei suoli” che coinvolge la scuola, la disciplina urbanistica ma anche i responsabili della gestione del suolo. L’invito dell’autore è a far nostra l’intuizione dei Padri Costituenti che inserirono – all’articolo 9 – il paesaggio nella Carta e le parole di Papa Francesco nella “Laudato sì” e di “parteggiare” per il suolo, in una delle battaglie civili e culturali più importanti per il nostro Paese.

Paolo Pileri (1967) è professore associato di pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico di Milano. Tiene corsi nella Scuola di Architettura Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni e nella Scuola di Ingegneria Civile, Ambientale e Territoriale. È membro di gruppi di ricerca nazionali e internazionali e consulente scientifico di ministeri, enti pubblici, fondazioni e amministrazioni locali. Il suo ambito di ricerca è da sempre l’inclusione del tema del suolo e della questioni ambientali, ecologiche, agricole, paesaggistiche nella pianificazione territoriale e nella disciplina urbanistica. È ideatore e responsabile scientifico del progetto VENTO (progetto.vento.polimi.it), la dorsale cicloturistica tra Venezia e Torino lungo il fiume Po. È autore di oltre 150 pubblicazioni tra articoli e libri sulla pianificazione urbanistica e ambientale e la mobilità sostenibile.

 

Titolo: Didattica interculturale. Nuovi sguardi, competenze, percorsi

Autore: Duccio Demetrio, Graziella Favaro

Anno di pubblicazione: 2004

Editore: Franco Angeli

Il volume ripercorre la storia di un’idea e di un approccio alle differenze culturali diffuso in Europa e nei paesi extraeuropei e praticato in Italia da più di un decennio. Gli autori si propongono di offrire ai lettore- insegnati, operatori sociali e educatori- una gamma di proposte e di percorsi didattici sperimentati e da sperimentare soprattutto nell’ambito dei servizi educativi e delle scuole. Luoghi questi che stanno diventando sempre più laboratori di incontro tra le differenze e le culture, ma anche gli spazi privilegiati nei quali costruire l’integrazione giorno per giorno. Dove lo scambio di rappresentazioni del mondo, delle storie e dei racconti delle origini genera, nella reciprocità possibile, la parola, la scoperta di analogie e di non poche affinità, talvolta nascoste. Il libro infatti si prefigge di mostrare che, oltre alle differenze culturali da valorizzare e promuovere, è soprattutto nella ricerca di quanto ci avvicina – nei sentimenti, nei modi di vivere le emozioni e di rappresentarle, nelle narrazioni e nei saperi – che l’incontro trova la sue ragioni e un orizzonte progettuale comune.

Duccio Demetrio è professore di Filosofia dell’educazione all’Università degli Studi di Milano- Bicocca. Ha introdotto in Italia l’approccio autobiografico nella formazione e il metodo introspettivo nell’esplorazione dell’identità. Dirige la rivista “Adultità” e la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari.  Graziella Favaro da vari anni di progetti di apprendimento/insegnamento dell’italiano come seconda lingua, di inserimento scolastico degli alunni immigrati e di educazione interculturale. Fa parte della commissione nazionale Educazione interculturale del Ministero della Pubblica Istruzione ed è consulente scientifica della Biblioteca di documentazione pedagogica (ora Indire) per la sezione Educazione interculturale. È consulente pedagogica del Centro Come di Milano.  Duccio Demetrio e Graziella Favaro hanno scritto insieme: Immigrazione e pedagogia interculturale (Firenze, 1992); Bambini stranieri a scuola (Firenze, 1997).

 

Titolo: La foresta e l’albero. Dieci parole per un’economia umana

Autore: Luigino Bruni

Anno di pubblicazione: 2016

Editore: Vita e Pensiero

Merito, efficienza, competizione, leadership, innovazione…Quest’invasione di parole, frasi, espressioni, slogan provenienti dal mondo delle imprese si rivela di una povertà incolmabile quando si tratta di accedere alle cose più profonde e vere della vita. E in tempi come questi, di crisi non solo economica ma anche antropologica, si avverte un’acuta indigenza d’espressione, che svela l’inadeguatezza di queste nuove ‘parole d’ordine’. Il libro di Luigino Bruni torna allora ad altre parole, a quel patrimonio spirituale e civile che è stato dissipato e infragilito, se non addirittura messo al bando e rinnegato. Parole come mitezza, lealtà, generosità, compassione, umiltà, che esprimono virtù ‘pre-economiche’ e si rivelano essenziali alla piena fioritura umana. Riscoprire queste virtù significa soprattutto far dire cose nuove alle vecchie parole, rigenerarle per andare incontro allo spirito del tempo e scorrerlo. Perché anche la grande cultura aziendale ha bisogno dell’ossigeno di queste virtù che da sola non è capace di generare. Come una foresta, ricorda Bruni, vive di biodiversità, di tante specie diverse, oggi l’albero dell’economia, per tornare a crescere bene, ha bisogno più che mai di essere affiancato da tutti gli altri alberi dell’esperienza umana, da quelle antiche e rigenerate virtù che consentono lo sviluppo integrale delle persone, dentro e fuori il mondo del lavoro.

Luigino Bruni è professore ordinario di Economia Politica presso l’Università Lumsa di Roma. Coordinatore del progetto Economia di Comunione del Movimento dei Focolari, scrive su diverse testate giornalistiche, tra cui “Avvenire”. In particolare, ha dedicato molti libri ai temi dell’economia civile e dell’etica economica, tra cui Civil Happiness (2006), Economia con l’Anima (2013), L’altra metà dell’economia. Gratuità e mercati (2014, con A. Smerilli), Il mercato e il dono. Gli spiriti del capitalismo (2015). Con Vita e Pensiero ha pubblicato anche La leggerezza del ferro. Un’introduzione alla teoria economica delle Organizzazioni a Movente Ideale (2011, con A. Smerilli) e Fondati sul lavoro (2014).

 

Titolo: La forza disarmata della pace. Movimento, pensiero, cultura

Autore: Andrea Riccardi

Anno di pubblicazione: 2017

Editore: Jaka Book

Dov’è finito il movimento per la pace dopo il 2003? Da questa domanda prende spunto l’autore, rimandando al 2003, quando per evitare la guerra di Bush contro l’Iraq di Saddam Hussein, le piazze europee si riempirono di manifestanti con bandiere della pace. Una cultura di pace deve riprendere forza e, con essa, un movimento che sperimenti percorsi nuovi per una partecipazione più attiva ai grandi temi internazionali. Il mondo globale, con le sue smisurate dimensioni e le sue radicate connessioni, ha bisogno di donne e uomini dalla coscienza globale. La cultura della pace deve diventare una passione condivisa e un appuntamento rilevante nell’educazione delle giovani generazioni. Tutto questo, però, può maturare se persone consapevoli riprendono a parlarne in tutte le sedi. Il mondo globale non è solo un grande mercato, dominato da forze economiche che non si controllano, né uno scenario dove contano solo pochi poteri. Siamo parte di questa storia globale, che ha tanti attori, piccoli e grandi. E speriamo che questa storia si sviluppi in una prospettiva di pace, che è la migliore condizione possibile per l’umanità. Il libro, diviso in quattro agili capitoli, si concentra sul ruolo delle religioni come promotrici di pace; sulla tragedia siriana, ricordando l’appello Save Aleppo, da lui stesso lanciato; si interroga sulla ricerca di un linguaggio di pace spendibile nel mondo globale di oggi.

Andrea Riccardi, professore ordinario di Storia Contemporanea, ha fondato nel 1968 la Comunità di Sant’Egidio. Collabora con numerosi periodici e quotidiani tra cui il “Corriere della Sera”. Storico del mondo contemporaneo ma anche del fenomeno religioso nel suo complesso. Dal 2015 è Presidente della Società Dante Alighieri. Con Jaka Book ha pubblicato Manifesto del mondo. Paolo VI all’ONU (2015) e Periferie. Crisi e novità per la Chiesa (2016).

 

Titolo: Mercanti di uomini. Il traffico di ostaggi e migranti che finanzia il jihadismo

Autore: Loretta Napoleoni

Anno di pubblicazione: 2017

Editore: Rizzoli

È un business sofisticato quello che ogni giorno fa approdare migliaia di rifugiati sulle nostre coste. Chi lo controlla? Una nuova categoria di criminali, nata dalle disastrose risposte occidentali alla tragedia dell’11 settembre e dal collasso economico e politico di molti Stati-chiave in Africa e Medioriente. Tutto è cominciato con il traffico di cocaina, trasportata dalla Colombia in Europa lungo le rotte transahariane. Le stesse rotte sono servite per far perdere le tracce di decine di ostaggi occidentali, rapiti per finanziare gruppi terroristici e bande criminali, dopo la destabilizzazione della Siria e dell’Iraq e l’ascesa dell’Isis. Oggi su quelle piste viaggia un’altra merce: esseri umani, a milioni, in fuga da guerre e povertà verso un Occidente che credono più accogliente e più ricco di quanto non sia. Un commercio che costa migliaia di vite, e che vale miliardi. In una ricostruzione che si avvale di interviste esclusive a negoziatori, membri dei servizi segreti, esperti del contrasto al terrorismo e alla pirateria, ex ostaggi e molti altri, Loretta Napoleoni ci porta nel mondo complesso dei mercanti di uomini, spiegando come le vite umane vengono “valutate” in termini economici e come alcune scellerate politiche occidentali alimentino tanto il mercato dei riscatti quanto il traffico dei clandestini. Proprio il circolo vizioso tra economia ufficiale ed “economia canaglia”, che rischia di portare l’Europa alla rovina ma che arricchisce molti, sta producendo uno tsunami di migranti e un’escalation di incertezza che lascia spazio ai populismi, a fenomeni come la Brexit o l’ascesa di Trump negli Usa. L’occidente riuscirà a sopravvivere al rovinoso fallimento della globalizzazione?

Loretta Napoleoni vive da trent’anni tra Londra e gli Stati Uniti, studiando i legami tra economi e terrorismo. Ha insegnato Etica degli Affari alla Judge Business School di Cambridge e conduce seminari in diverse università internazionali. Con Rizzoli ha pubblicato Maonomics (2010), Il contagio (2011) e Democrazia vendesi (2013), disponibili in BUR, e il suo ultimo libro è Isis, lo Stato del terrore (Feltrinelli 2014). I suoi saggi sono tradotti in 18 lingue.

 

Titolo: Tutti i bianchi sono uguali. La scuola e l’uguaglianza che non c’è

Autore: Christian Raimo

Anno di pubblicazione: 2017

Editore: Einaudi

Spesso si dice che la scuola deve servire per immettere i ragazzi nella società. Non è così: serve invece a immaginare una società che ancora non conosciamo. Spesso si dice che i ragazzi devono imparare a essere se stessi; devono invece imparare a diventare se stessi. Non bisogna isolare ciò che avviene in classe da ciò che avviene fori, o peggio, rendere funzionale il lavoro in classe alle ideologie del mondo scolastico. Quattro sono i fuochi centrali del discorso sull’educazione oggi: valutazione, qualità della formazione, rapporto tra mondo della scuola e del lavoro e infine uguaglianza. Temi legati da una visione politica nel senso pieno del termine: non si può parlare di scuola senza pensare alla cittadinanza del futuro. Occorre recuperare la centralità della scuola: di fronte alla crisi delle altre agenzie educative è rimasta il luogo dove esercitare l’uguaglianza. C’è ancora molto da fare però, perché “la scuola italiana non dà le stesse opportunità a tutti, quel principio costituzionale sancito nell’articolo 34 è un’ambizione continuamente disattesa”.

Christian Raimo (1975) è nato a Roma, dove vive e insegna. Ha pubblicato per minimum fax le raccolte di racconti Latte (2001), Dov’eri tu quando le stelle del mattino gioivano in coro? (2004) e Le persone, soltanto le persone (2014). Insieme a Francesco Pacifico, Nicola Lagioia e Francesco Longo – sotto lo pseudonimo collettivo di Babette Factory- ha pubblicato il romanzo 2005 dopo Cristo (Einaudi Stile libero 2005). Ha anche scritto il libro per bambini La solita storia di animali? (Mup,2006). È un redattore di “minima et moralia” e “Internazionale”. Nel 2012 ha pubblicato per Einaudi Il peso della grazia (Supercoralli) e nel 2015 Tranquillo prof, la richiamo io (L’Arcipelago). È fra gli autori di Figuracce (Einaudi Stile Libero 2014)

 

Titolo: Progettare oggi il mondo di domani. Ambiente, economia e sostenibilità

Autore: John Thackara

Anno di pubblicazione: 2017

Editore: Postmedia Books

Esiste un’alternativa ad un’economia che distrugge la natura nel nome di una crescita infinita? La risposta di John Thackara è ‘sì’! Grazie ad una vita trascorsa viaggiando, nel suo libro Thackara descrive come in tutto il mondo si stiano creando economie alternative reali, casi pratici che tentano di risolvere le sfide a cui è sottoposto il nostro pianeta: il cambiamento climatico, la povertà, la mobilità, la produzione di cibo, il consumo del suolo. In ogni capitolo l’autore ci presenta chi – da Bali al Brasile, da Dehli alla California- dedica la propria vita a risolvere in modo creativo annose problematiche come la decontaminazione del suolo, la protezione dei fiumi e del verde, la tutela di semi e piante, pendolari del cloud e corrieri e-bike, l’agricoltura biologica e nuovi sistemi di alimentazione, biodegradabilità e nuove forme di pagamento, mobilità e turismo ecosostenibili. Questo libro descrive pratiche sociali realmente alternative che rifiutano il possesso, il denaro e l’idea di una crescita senza limiti.

John Thackara (nato il 6 agosto 1951 a Newcastle upon Tyne) ha una formazione da filosofo e anni di esperienza da giornalista. Autorità riconosciuta a livello internazionale per l’innovazione e la green economy. Per Business Week è “una delle più autorevoli voci per la sostenibilità” mentre Mylene Van Noort sul Wall Street Journal ne ha rimarcato la sua “reputazione internazionale come esperto di design all’avanguardia”. Inglese, vive da anni nel sud della Francia e si definisce un narratore di professione. Viaggia per il mondo per raccogliere testimonianze sul modo in cui le persone si stanno organizzando per costruire un futuro ecosostenibile. Da trent’anni osserva la nascita di reti e comunità in tutto il mondo, scrivendone nei suoi libri, al Royal College of Art di Londra, alla Musashino Art University a Tokyo e sul suo blog, “Doors of perception”, diventato punto di riferimento per il tema dell’ecosostenibilità.

 

Titolo: Valori in gioco. Riflessioni sulla dimensione etica della competenza interculturale

Autore: Sonia Claris

Anno di pubblicazione: 2015

Editore: QuiEdit

Il testo intende analizzare la dimensione etico-valoriale della competenza interculturale, a partire dal modello di Darla Deardoff, che offre una rappresentazione dinamica della prospettiva interculturale. In un’epoca complessa e disorientata come l’attuale, di fronte alle nuove sfide legate ai processi di globalizzazione, si ripercorrono i sentieri battuti nel corso dei tempi della riflessione morale, a partire dal mondo antico. Le questioni di fondo e le variegate posizioni vengono ricostruite in sintesi, al fine di comprendere il senso e ricercarne la fruibilità teorico-pratica alla prova della competenza interculturale. Termini quali ‘attitudini ad agire’, rispetto, curiosità, apertura, fiducia, empatia e reciprocità, tolleranza dell’ambiguità sono riscoperti nella loro natura intrinsecamente etica, oltre la veste psicologica di cui si ammantano solitamente e con cui si intrecciano. In fondo, la competenza interculturale, senza una dimensione etica fondata e compresa all’interno di una visione antropologia, che ne diventa il motore ed il fine, può facilmente diventare uno strumento neutro o trasformarsi in un’arma strategica che ognuno può impiegare come meglio crede, in modo arbitrario e pertanto non sempre finalizzato al bene di tutti e di ognuno.

Sonia Claris è dirigente scolastica. Laureata in pedagogia e filosofia, dottore di ricerca in scienze dell’educazione e della formazione, ha approfondito l’ambito della pedagogia sociale e interculturale promuovendo ed organizzando corsi per insegnanti ed educatori, laboratori, attività di ricerca in ambito universitario e scolastico. Tra le pubblicazione si ricordano A scuola di intercultura, Educazione della competenza interculturale, Filosofia e pedagogia del dialogo.

 

Titolo: Il diritto a un reddito di base. Il welfare nell’era dell’innovazione

Autore: Giuseppe Bronzini

Anno di pubblicazione: 2017

Editore: Edizioni Gruppo Abele

“La nuova dimensione dell’umano esige una diversa misura giuridica, che dilata l’ambito dei diritti fondamentali della persone”                                                                                                      Stefano Rodotà

Il dibattito sul diritto universale a un reddito di base è tornato a crescere soprattutto nel biennio 2015-2017, questo perché sta diventando “un principio di organizzazione sociale intuitivo e irrinunciabile così come lo sono diventati, in altre epoche storiche, l’abolizione della schiavitù o il voto delle donne”. Questa trasformazione rispecchia un cambiamento nel quadro dei diritti delle persone e del concetto di dignità umana inteso soprattutto come diritto delle persone “ad autodeterminarsi nelle scelte senza mortificare o ridimensionare i propri piani di vita, in connessione sempre più stretta con una libertà individuale  e collettiva che potrebbe oggi trovare nuove aperture e realizzazioni in quegli spazi di interazione che l’innovazione ha reso maggiormente aperti e praticabili”. Il reddito di base, infatti, viene erogato a tutti i cittadini di una determinata comunità politica indipendentemente dalle condizioni economiche o occupazionali di chi lo riceve, con lo scopo, secondo i neo-contrattualisti, di garantire la freedom from want, ovvero “la tutela di un minimo vitale per proteggere la dignità di ognuno e così assicurare condizioni accettabili di eguaglianza di opportunità e, quindi, di partecipazione al gioco sociale e democratico”.

Il libro ripercorre i recenti sviluppi del dibattito sul Basic Income e sulle esperienze istituzionali innovative che stanno nascendo in Europa. Nello specifico analizza le cause della crescita di attenzione e interesse verso questo tema; sintetizza la proposta della garanzia di un minimo vitale (ius existentiae); ripercorre il processo di istituzionalizzazione della misura del reddito minimo garantito; riprende il nesso tra reddito minimo e lavoro, per arrivare, negli ultimi capitoli, a ricostruire la situazione in Europa, con l’ipotesi di un european social pillar lanciata dalla Commissione europea nel 2017, e in Italia, quest’ultima tra i primi paesi in Europa ad avere incrementato maggiormente il numero di poveri, con i tassi tra i più alti di disoccupazione giovanile e con il più alto numero di neet. Conclude con alcune proposte concrete sul “che fare”.

Giuseppe Bronzini, magistrati, consigliere presso la sezione lavoro della Corte di cassazione, è socio fondatore dell’associazione Basic income network. Tra i suoi numerosi scritti: Diritti sociali e mercato globale, Rubbettino, 2007; Le prospettive del welfare in Europa, Viella, 2009; Il reddito di cittadinanza. Una proposta per l’Italia e per l’Europa, Edizioni Gruppo Abele, 2011.