Servizio Civile in Bolivia con il Celim Bergamo

Agosto è stato un mese di messa alla prova sotto molti punti di vista: siamo a metà della nostra esperienza in Bolivia, e a volte trarre il bello ed essere positivi risulta difficile. Si sta rivelando un anno pieno di riflessioni e di significato, ma purtroppo quello che viviamo e le storie che sentiamo quotidianamente non sono sempre belle, anzi. Gli sguardi dei bambini, i loro pianti, le loro reazioni aggressive e spesso non casuali sono dei pugni nello stomaco.
Agosto è stato però anche un mese ricco di iniziative per i ragazzi della Cdn e un mese in cui abbiamo conosciuto un po’ di più della realtà del “campo”.
Il 6 di agosto si è celebrato il giorno dell’indipendenza della Bolivia, essendo un giorno festivo, tutti i bambini erano a casa da scuola e il padre Gianluca ha organizzato per loro una giornata sulla neve nelle montagne vicine a Cochabamba. La maggior parte dei bambini non aveva mai visto la neve e si sono divertiti come pazzi! Spesso basta davvero poco…
Le montagne, la neve, questi paesaggi infiniti e i lama a spasso… Che meraviglia! È stata veramente una bella giornata per i bambini, ma anche per me.
Il 15 agosto invece, in occasione della festa per la Virgen de Urkupina, con i ragazzi più grandi della Ciudad, siamo andati in notturna a piedi dalla Ciudad fino a Quillacollo. È una camminata di 15 km che moltissimi Cochabambini fanno tutti gli anni per questa occasione. Nella piazza di Quillacollo vengono celebrate messe per tutta la notte. Il tutto, secondo la migliore tradizione boliviana, accompagnato da musiche, danze e colori.
Qualche weekend fa invece siamo andate a visitare il dott. Pietro Gamba e la sua meravigliosa famiglia nel pueblo di Anzaldo, che dista un paio di ore da Cochabamba. Ci ha mostrato con molto orgoglio il suo ospedale e ci ha portate nel “campo”, dove abbiamo conosciuto la famiglia di uno dei bambini della CDN.
La casa è formata da due stanze, una per la nonna che purtroppo non si muove più e l’altra per gli altri componenti della famiglia. La cucina è all’aria aperta, si preparano i pasti sulla brace e per lavarsi e fare i bisogni si va al fiume. La mamma e il papà masticando foglie di coca lavorano la terra e si occupano dei maiali. Stando in città, non ci si rende conto della povertà che c’è fuori. Tanto che a volte ci si scorda pure di essere in Sud America… Ci sono grattacieli, centri commerciali, belle macchine… Ma appena si esce dal centro, le realtà sono queste.
Il problema dell’alcool, poi, è fortemente presente, soprattutto nel campo ed è una vera e propria piaga sociale.
Molti dei bambini della CDN sono qui proprio per questo motivo. I genitori bevendo, diventano aggressivi nei confronti dei loro partner e purtroppo anche  dei loro figli.
Tutte queste storie che come dicevo sentiamo quotidianamente, fanno perdere un po’ il romanticismo di una terra che di romantico ha molto, ma che purtroppo non sempre viene valorizzato. Sia nei confronti della loro “amata” pachamamama, tanto venerata, ma spesso trattata come discarica a cielo aperto e nei confronti della gente che ci abita, che non viene rispettata, soprattutto dai piu cari della famiglia.  Nonostante tutto cerchiamo di andare avanti positivamente, per me, per il ricordo che voglio portare a casa di questo paese e per i bambini che non ne hanno colpa e vogliono solo essere sereni, come è giusto che sia.  SELICA

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